ABBRACCIARE L’IGNOTO

Spero che questa cicatrice mi rimanga perché porta con sé così tanto della persona che sto diventando.
Fino a un paio di mesi fa non avrei mai immaginato cosa avremmo dovuto affrontare per permettere a questa vita di venire al mondo.

Ancora non sapevo quanto poco io contassi di fronte al progetto della sua anima.
Ancora non avevo capito quanto tutto ciò fosse così tanto più grande di me e totalmente al di fuori del mio controllo.
Ancora pensavo di poter scegliere come, dove e quando le cose sarebbero dovute succedere.
La vita come sempre si è divertita a smentirmi, a mostrarmi come io sia solo uno strumento di qualcosa di incredibilmente più grande. 

Cosa possiamo fare noi di fronte a tutto ciò? 
Possiamo cercare le risposte oltre i limiti di ciò che vediamo e sperimentiamo in quella che chiamiamo realtà. 
Possiamo affidarci all’ignoto, anche se ci fa paura, vedendolo come un alleato e non come un nemico.
Possiamo attingere alle nostre risorse interne per essere più forti delle circostanze esterne e avere fiducia anche quando gli ostacoli che abbiamo davanti sembrano impossibili da superare. 
Possiamo scegliere in ogni momento come vogliamo sentirci, come raccontare la nostra storia e quale ruolo vogliamo avere in essa. 
Possiamo sentirci i co-creatori della nostra vita, anche quando le cose non vanno come ce le eravamo immaginate.
Passare dalla sopravvivenza alla creazione, dalla separazione alla connessione, dalle emozioni limitanti della paura, la rabbia e la tristezza a quelle espansive della gioia, la libertà e l’amore. 

In queste settimane ho riflettuto moltissimo sul manifesting e il corso che ho creato, trovandomi anche a mettere in discussione tanto di quello in cui credo e a provare a mettere in pratica tutto quello che predico. Il mio messaggio ne è uscito ancora più denso di esperienza e vita vissuta, carico di una potenza che forse non aveva mai avuto prima.

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